ciceone (antica Grecia)

Ciceone

Il ciceone si ritrova in diverse fonti greche e latine e si presenta anche in modi piuttosto diversi. Innanzitutto viene ricordato come bevanda di Demetra, la quale, digiuna dopo la lunga e inutile ricerca della figlia Persefone, rapita dal dio degli inferi, rifiutò il vino che le veniva offerto, volendo solo bere una mistura di acqua, orzo e menta. Questa bevanda divenne dunque la bevanda rituale che dovevano assumere, dopo un periodo di digiuno, gli iniziati ai culti misterici di Eleusi (vicino ad Atene), dedicati appunto a Demetra. Secondo alcuni studiosi a questo intruglio venivano uniti funghi allucinogeni o altre sostanze simili. Nell’Iliade e nella Repubblica di Platone, invece, appare costituito da vino, farina e formaggio. Non è ben chiaro se si presentasse come una bevanda (che sarebbe piuttosto disgustosa) o in forma più solida: tutto dipende dalle proporzioni. La studiosa Anna Ferrari nel suo libro (vedi bibliografia) propone che si trattasse di una sorta di fonduta e io ho seguito la sua ricetta ma con delle varianti: ho eliminato il brandy e la fecola di patate (che sono aggiunte moderne), ho aggiunto dell’acqua per rendere il composto più fluido e la menta, per richiamare la bevanda di Demetra.

Il ciceone indica dunque cose diverse, ma ciò che le accomuna è l’idea di miscuglio, infatti il nome viene dal verbo greco mescolare. Poteva anche essere usato in modo metaforico per indicare caos e confusione. Infatti l’imperatore Marco Aurelio nei suoi Pensieri, opera di riflessioni filosofiche ed esortazioni rivolte a sé stesso, dice che: o c’è l’universo razionale e ordinato o un ciceone; chiaramente la seconda è la soluzione proposta da atei ed epicurei, mentre egli, in quanto stoico, è più propenso, anche se non del tutto, a credere alla prima; ma in un altro passo ripropone la questione e dice che in fondo non è importante, perché che l’universo sia razionale o meno non dipende da noi, mentre dipende da noi portarvi la razionalità agendo secondo ragione e facendo il nostro dovere secondo il nostro ruolo: secondo le sue parole: “Se il mondo va a caso, non andare anche tu a caso!”. Un monito importante per i nostri tempi difficili.

Ingredienti per 4 persone:

·       250 g di farina;

·       250 g di formaggio stagionato;

·       420 g di vino bianco;

·       Il succo di mezzo limone;

·       Sale e pepe q.b.;

·       Un pizzico di noce moscata;

·       Mezzo litro d’acqua;

·       Qualche fogliolina di menta.

Preparazione:

Grattugiare il formaggio a mescolarlo alla farina e alla noce moscata. In una pentola scaldare il vino e, quando è caldo, toglierlo dal fuoco. Versarvi il miscuglio precedente e il succo di limone, salare e pepare e mescolare il tutto. Far cuocere per 10 minuti a fuoco basso, mescolando energicamente tutto il tempo per evitare che si formino grumi e aggiungere gradualmente l’acqua per mantenere il composto fluido. Infine aggiungere qualche fogliolina di menta fresca. Deve essere consumato subito e non lo si può riscaldare in seguito.

  

Telesterion di Eleusi, luogo dove si svolgevano i riti misterici in onore di Demetra.

 

 

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