tonno in tegame (antica Roma)

Tonno in tegame (Patina zomoteganum)

 

Questa ricetta viene del libro di Apicio[1]. “Patina” indica sia la padella o tegame sia, per esteso, lo sformato che vi si cuoce, mentre “zomoteganum” è un termine composto di origine greca che significa all’incirca “padella colma di salsa”.

La ricetta non specifica quale tipo di pesce vada utilizzato ed è dunque adatta per quello che si vuole, ma si è qui impiegato del tonno, che si presta molto bene. Il tonno era molto apprezzato dai Romani e ricercato in particolare nelle acque dello stretto di Gibilterra, passaggio obbligato nelle migrazioni di questo pesce fra Atlantico e Mediterraneo.

Nonostante l’assenza di frigoriferi e trasporti rapidi, il pesce poteva essere consumato in tutto l’impero, anche lontano dai luoghi di pesca, non solo in conserva ma anche fresco: nei mercati esistevano infatti vasche d’acqua, sia dolce che salata, dove poteva essere conservato vivo, dopo esservi stato trasportato con appositi carri, anch’essi pieni d’acqua.

 

Ingredienti per 4 persone:

  • 700 g di fette di tonno fresco;
  • 1 porro;
  • 1 rametto di coriandolo;
  • 2 cucchiai di olio extra vergine di oliva;
  • 100 ml di vino bianco;
  • 2 cucchiai di garum[2];
  • Mezzo cucchiaino di pepe macinato + una spolverata q.b.;
  • Mezzo cucchiaio di sedano tritato;
  • Mezzo cucchiaio di origano;
  • Mezzo cucchiaino di sale fino;
  • 6 uova.

 

Preparazione:

In un tegame disporre le fette di tonno, un mazzetto formato dalle foglie verdi del porro e dal coriandolo, l’olio, il vino e il garum. Cuocere a fuoco basso e con coperchio per 15 minuti. Togliere il mazzetto e travasare il liquido di cottura in un’insalatiera. Aggiungere al liquido di cottura le uova, mezzo cucchiaino di pepe macinato, il sedano tritato, l’origano e il sale. Mescolare il tutto energicamente con una frusta, poi versarlo di nuovo nel tegame sopra il pesce. Mettere poi il tegame in forno, senza coperchio, e cuocere a 200°C per 30-40 minuti, finché non sia ben consolidato e dorato in superficie. Infine spolverizzare con altro pepe a piacere.

[1] Su questo autore, si veda la ricetta “minestra d’orzo e costine”.

[2] Sostituibile con colatura di alici o salsa di pesce vietnamita.

 

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