trote in crosta (medioevo)

Trote in crosta (Pastelli secchi facti con pesce sano)

Ricetta di Maestro Martino, per il quale si veda l’introduzione agli zanzarelli. Da sottolineare l’elevato consumo di pesce nel medioevo, dovuto sia a un maggiore sfruttamento rispetto all’età antica delle risorse spontanee della natura[1], sia al divieto quaresimale del consumo di carne. Anche in periodo di magro, però, i ricchi non rinunciavano a piatti appetitosi. In questa ricetta la pasta in cui è cotto il pesce ha la funzione di farlo impregnare meglio degli aromi e di non farlo seccare, ma può essere mangiata anch’essa. Il pesce da utilizzare non è specificato: io ho usato una trota pescata personalmente nel torrente.

Ingredienti per 4 persone:

  • 4 trote o altro pesce di medie dimensioni;
  • 1 cucchiaio di sale fino;
  • 1 cucchiaio di zenzero in polvere;
  • 1 cucchiaio di pepe macinato;
  • Un cucchiaino di chiodi di garofano in polvere;
  • Mezzo cucchiaino di noce moscata in polvere;
  • Pasta brisée (la quantità necessaria dipende dalle dimensioni dei pesci).

Preparazione:

Pulire i pesci dalle interiora e farvi delle piccole incisioni sulla superficie. Mescolare il sale alle spezie e cospargervi i pesci sulla pelle e dentro la pancia. Avvolgere ciascun pesce nella pasta e richiudere formando una specie di barchetta, lasciando uno sfiatatoio a un’estremità per far uscire il vapore. Far cuocere in forno a 180° C per 30 minuti, finché la pasta non risulti dorata.

[1] A causa del parziale abbandono delle terre coltivabili.

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